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domenica 1 maggio 2016

NOZIONI SULLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE


Leggendo qualche manuale di riflessologia plantare, vi voglio proporre oggi, giornata decisamente autunnale,che possiamo sfruttare per dedicarci qualche coccola di benessere, questo breve estratto che fornisce qualche nozione su questa tecnica, già usata dagli antichi egizi.
I piedi non si vedono sempre, spesso sono trascurati ma sono a contatto con la terra, ci sostengono e contengono tutta la nostra persona.
Ecco, dunque, qualche punto per capire di più.
Ka

Albero

Nella riflessologia plantare la figura umana è paragonata a quella dell’albero: le radici sono costituite dai piedi, il tronco è la colonna vertebrale e le fronde sono rappresentate dal volto, il più vicino alla luce solare. Secondo questa disciplina il piede regge il microcosmo dell’essere umano e per questo deve essere sano e stabile.

Riflesso

Per la fisiologia, prende questo nome una risposta motoria o secretoria automatica, che non dipende cioè dalla volontà dell’individuo. Nella riflessologia questa risposta è indotta dalla trasmissione di uno stimolo che parte da un recettore periferico (presente per esempio sul piede o sulla mano), giunge a un organo centrale come cervello o midollo spinale e da qui si dirige a un organo effettore (un muscolo, una ghiandola, un organo). In pratica, la terapia delle zone riflesse si propone, attraverso la stimolazione e la manipolazione di alcuni punti specifici, di migliorare le funzioni dell’organismo e di influenzarne una evoluzione positiva.

Unità

Il presupposto è che ogni organo, oltre ad avere una propria specificità, rifletta in sé l’intero organismo. Piedi, mani, viso e orecchie soprattutto, poiché sono sedi di una grande quantità di terminazioni nevose, sarebbero anche gli organi più adatti a riflettere (proprio in virtù di queste terminazioni) tutti gli altri organi del corpo. Sui piedi troveremmo dunque tutti i punti riflessi degli organi interni, della colonna vertebrale e delle ossa.

Sensibilità

I piedi sono organi altamente sensibili: su ognuno di essi sono presenti 7.200 terminali nervosi. Sulla pianta si trovano moltissimi meccanocettori ed esterocettori, sensibili alla pressione.

William H. Fitzgerald

Statunitense, è il padre della riflessologia plantare moderna. Nonostante infatti la terapia delle zone riflesse sia vecchia di 5000 anni e fosse praticata da popolazioni antiche già in Egitto, india, Cina e Perù, dobbiamo aspettare il Novecento per avere la prima mappa delle zone riflesse. Fitzgerald iniziò le sue sperimentazioni nel 1902 quando nel suo studio da otorinolaringoiatra aveva scoperto che la pressione di alcune parti del corpo dei pazienti consentiva di ottenere analgesie o addirittura anestesie di breve durata. Nel 1917 pubblicò, insieme al collega dentista F. Bower il suo primo libro, “Zone therapy, or relieving pain at home”.

Mappe

Gli studi, dopo Fitzgerald, sono fioriti. Anche se la mappa su cui si basano tutte le altre è essenzialmente la sua, le diverse scuole hanno creato una propria mappa, che può differire dalla prima per alcune particolarità. Sono comunque tutti concordi su quale debba essere la visione generale del piede

Zone del piede

Fitzgerald aveva diviso il corpo umano in 10 zone verticali e tre orizzontali. Applicando la stessa divisione ai piedi uniti, è riuscito a individuare i diversi punti riflessi. Gli organi centrali, come colonna e stomaco, si trovano metà su un piede e metà sull’altro; quelli di destra sul piede destro (ad esempio il fegato) e quelli di sinistra (come la milza) sul piede sinistro; gli organi doppi, ad esempio polmoni o reni, si trovano su entrambi i piedi; le cinque dita sono tutte relative alla testa e ai suoi organi.

(Estratto da www.lifegate.it)

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